Tassazione immobiliare in Russia alla luce delle novità 2016 - 12/06/2016

Tassazione immobiliare in Russia  -   12/06/2016
Qui di seguito riportiamo un approfondimento sul tema alla luce delle recenti novità normative



In Russia l'acquisto, l'alienazione e anche la semplice detenzione del titolo di proprietà su un immobile comportano - come capita anche altrove - degli oneri fiscali. Soggetti d’imposta possono risultare anche cittadini stranieri indipendentemente dal fatto che siano residenti o meno nel paese.

Imposte dovute all'acquisto

Contrariamente a quanto accade in Italia, acquistare un immobile in Russia in termini di tassazione implica per l'acquirente dei costi relativamente bassi. L'imposta di registro vera e propria ad oggi è pari a 2.000 RUB per le persone fisiche e 22.000 RUB per le persone giuridiche.
Costi aggiuntivi possono riguardare i servizi di un notaio per la predisposizione del contratto di compravendita e la relativa trasmissione telematica all'Ufficio del Registro per l'ufficializzazione del passaggio di proprietà, l'assistenza di un legale di parte per la preventiva verifica dei documenti sull'immobile o sul venditore, nonché l'assistenza dell'agente immobiliare nel corso delle ricerche e delle trattative con il venditore.
Le competenze del notaio variano a seconda dell'entità della transazione e dalla città. Per fare un esempio, alcuni notai a Mosca applicano le tarifffe riportate qui di seguito:

Valore della transazione

Tariffe notarili (media)

Fino a 1 milione di rubli

tra 11 e 15 mila rubli + 0,4% della somma della transazione

Da 1 a 10 milioni di rubli

tra 15 e 20 mila rubli  + 0,2% sulla somma eccedente 1 milione di rubli  

Sopra 10 milioni di rubli

tra 33 e 40 mila rubli + 0,1% sulla somma eccedente 10 milioni di rubli

 

Imposte dovute all'atto della vendita di un immobile

A volte anche all’atto della vendita possono essere dovute delle imposte. In  questo senso è fondamentale prima di tutto determinare lo "status fiscale" che viene riconosciuto al venditore, ovvero se quest'ultimo è considerato residente o non-residente dal Fisco russo.

Il concetto è molto semplice ed è chiaramente definito al punto 2 dell'articolo 207 del Codice Tributario della Federazione Russa: "residente fiscale" è qualunque individuo trascorra nel paese almeno 183 giorni in un anno calendariale, indipendentemente dalla cittadinanza del soggetto. Quindi esistono cittadini stranieri che acquisiscono la "residenza fiscale" abitando in Russia per periodi prolungati, e cittadini russi che la perdono in quanto vivono all'estero.

Conformemente all’art.220 del Codice Tributario della Fed.Russa, i residenti fiscali che vendano un immobile acquistato più di 3 anni prima sono esentati da imposte di sorta. Se invece si vende un immobile che è stato detenuto in proprietà per meno di 3 anni, al momento della rivendita si è tenuti a versare un imposta pari al 13%. La legge in questo caso permette al contribuente di avvalersi di detrazioni per quanto concerne la base imponibile: l'opzione di cui la maggior parte dei venditori si avvale in questi casi permette di versare l'imposta dovuta non sulla totalità della somma, bensì solo sulla plusvalenza, ovvero sulla differenza tra il prezzo di rivendita ed il prezzo d'acquisto comprovabile su base documentale.

Proprio dall'inizio di quest'anno è entrato in vigore un nuovo decreto che ha portato da 3 a 5 anni il periodo minimo di detenzione della proprietà di un immobile da parte dei residenti fiscali per poter fruire dell'esenzione d'imposta. Tuttavia questa legge non ha valore retroattivo, perciò è applicata solo agli immobili acquistati dopo il 1° gennaio 2016 e non riguarda i casi di eredità, donazione da parte di parenti stretti o privatizzazioni.

Le persone fisiche non-residenti fiscali invece - indipendentemente dal periodo per cui si è protratto il loro titolo di proprietà sull’immobile – all’atto della rivendita sono tenute a versare il 30% sul valore dichiarato nel contratto di vendita in quanto detto introito viene equiparato ad un qualunque altro reddito maturato sul territorio della Federazione Russa in qualità di non-residente. Purtroppo ad oggi per questa categoria di contribuenti non sono previsti sgravi o detrazioni di sorta.

Come era logico supporre, per cercare di ridurre al minimo l'entità dell'imposta dovuta molti proprietari fino ad oggi proponevano agli acquirenti di dichiarare nel contratto di compravendita una somma fortemente ribassata e di versare la differenza "a parte", a fronte di una semplice ricevuta. Per contrastare questo fenomeno dal 2016 la nuova legge ha previsto che in ogni caso la base imponibile per l'imposta dovuta all'atto della rivendita non potrà essere inferiore al 70% del valore catastale, indipendentemente dalla somma dichiarata dalle parti nel contratto di compravendita.

Imposte sulla proprietà immobiliare

Dal 1° gennaio 2016 in molte regioni della Federazione Russa la base imponibile per il computo dell’imposta è diventato il valore catastale dell’immobile che viene individuato dagli organi tecnici competenti dell’ufficio comunale preposto. Detto valore può risultare anche significativamente più basso rispetto al valore di mercato della proprietà. 

L'imposta patrimoniale gravante sulle persone fisiche riguarda tutti gli individui intestatari in toto o per quote di diritti di proprietà su un immobile, sia esso a destinazione abitativa o meno. Alcune categorie di soggetti sono esentate dal versamento dell’imposta: i pensionati, gli eroi di guerra, i portatori di determinate tipologie di invalidità.

Le aliquote d'imposta variano da comune a comune. Sono previste detrazioni pari a 20 mq per gli appartamenti, 10 mq per le stanze e 50 mq per le case indipendenti.
Riportiamo qui di seguito le aliquote previste per immobili a destinazione residenziale siti nel comune di Mosca e nella provincia circostante (Moskovskaya oblast'):  

 

Valore catastale dellimmobile

a destinazione residenziale

Aliquota d’imposta

applicabile

Fino a 10 milioni di rubli

0,1%

da 10 a 20 milioni di rubli

0,2%

Da 20  a 50 milioni di rubli

0,3%

Da 50 a 300 milioni di rubli

0,5%

Oltre 300 milioni di rubli

2% 

L'aliquota d'imposta dovuta dalle persone fisiche intestatarie di immobili a destinazione commerciale è pari invece al 2%.

Per le persone giuridiche (società) valgono altre aliquote le quali, anche in questo caso, variano a seconda del comune. Se prendiamo il caso della capitale, la legge n.60 emanata dal Comune di Mosca in data 18.11.2015 ha approvato le seguente aliquote: per l'anno 2016 l'imposta sarà pari all'1,3% del valore catastale dell'immobile, per il 2017 all'1,4% e per il 2018 all'1,5%. 

 

Alessandro Alessio
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Mercati internazionali - Alcuni buoni motivi per investire a Trieste

Alcuni buoni motivi per investire a Trieste



1) PREZZI STRAORDINARIAMENTE COMPETITIVI - Quotazioni medie immobiliari straordinariamente competitive rispetto alla media nazionale italiana, soprattutto se si considera che la città è  il capoluogo amministrativo della regione Friuli-Venezia Giulia.

2) POSIZIONE STRATEGICA - Trieste vanta un'ubicazione eccezionale al centro di una regione con un'ampia offerta in termini paesaggistici, turistico-culturali e per il tempo libero. La città, affacciata sul litorale adriatico, si trova a breve distanza da numerose rinomate mete balneari italiane (Grado, Lignano, altre) e straniere (la costa istriana), nonché da comprensori sciistici di fama internazionale. Da qui sono comodamente raggiungibili in auto Venezia, Lubiana, Pirano, Portoroze e Vienna, nonché una moltitudine di altre località di interesse storico, artistico o dove trascorrere ore di relax in mezzo alla natura.

3) FASCINO UNICO - Trieste è considerata la "meno italiana delle città italiane". Gran parte della sua identità culturale e della sua grazia architettonica difatti vanno ricercate nei suoi trascorsi asburgici, quando ricopriva un importante ruolo commerciale ed era il porto principale sull'Adriatico dell'impero Austro-ungarico. Ancora oggi qui si respira l'inconfondibile aura della Mitteleuropa.

4) VISIBILITA' INTERNAZIONALE CRESCENTE - Da sempre una delle più sottovalutate perle del continente europeo, la città sta venendo gradualmente riscoperta dal grande pubblico anche grazie ai riscontri lusinghieri di prestigiose testate internazionali che hanno contribuito a rafforzare sensibilmente il numero di visitatori stranieri e di turisti da tutto il resto d'Italia negli ultimi anni. Questo fenomeno fa da traino tra le altre cose anche al mercato delle locazioni di breve termine, soluzione sempre più apprezzata come alternativa al soggiorno in strutture ricettive tradizionali e che è in grado di garantire interessanti ritorni economici ai proprietari di turno.

5) PROSPETTIVE DI SVILUPPO DEL PORTO - Per generazioni intere la città si è crogiolata specchiandosi e rimirandosi nel suo golfo come una bella addormentata. Solo di recente, finalmente, il Porto Vecchio (un waterfront che vanta pochi analoghi in Europa e che è rimasto pressoché abbandonato e fatiscente per decenni) è stato sdemanializzato. Ciò ha restituito finalmente a Trieste un'area di profondo interesse storico e di eccezionale pregio paesaggistico che, con la sua riqualificazione, può rappresentare un volano per l'economia cittadina attirando investimenti da tutto il mondo.

6) OTTIMA QUALITA' DELLA VITA - Dopo l'exploit del 2009, quando la città occupò il 1° posto nella speciale classifica a livello nazionale, Trieste continua comunque sempre a riconfermarsi tra i migliori conglomerati urbani del Belpaese per quanto concerne la qualità della vita, tra le altre cose anche grazie ai livelli sempre relativamente bassi di criminalità, al buon livello di servizi prestati alla popolazione ed al costo della vita accessibile.

7) POLO UNIVERSITARIO IN ESPANSIONE - Celebrata forse addirittura più all'estero che in patria per alcuni dei suoi poli di eccellenza nel settore dell'istruzione (tra cui la Scuola Interpreti, il centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam, il centro di ricerca internazionale del Sincrotrone), la città ed il suo ateneo attirano ogni anno numeri sempre crescenti di studenti da molti paesi diversi. Nel 2015 le nuove immatricolazioni hanno registrato un +15% rispetto all'anno precedente. Ciò apre interessanti prospettive agli investitori che intendano puntare sul segmento delle locazioni di appartamenti per studenti.

Alessandro Alessio
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Nevsky Prospekt sempre al top per i locali commerciali fronte strada - 10/04/2016

A San Pietroburgo torna forte l'interesse tra i negozianti per il principale "corridoio commerciale" cittadino



Ogni città ha i suoi "corridoi commerciali" tradizionalmente vocati allo shopping e dove di norma le catene internazionali di negozi competono tra loro per garantirsi un "posto al sole". Se parliamo di San Pietroburgo, il primato della popolarità in questo senso spetta indubbiamente a Nevsky Prospekt.

Negli ultimi mesi anche il mercato dei locali commerciali ha attraversato vicissitudini alterne legate alla congiuntura macroeconomica nel paese, ma nonostante la crisi Nevsky continua ad esercitare un notevole ascendente sugli operatori retail e le quotazioni hanno subito flessioni meno significative rispetto a quelle di altre zone della città.

Lungo questa via sono disseminati più di 400 locali fronte strada, e questo fa sì che per numero di fori commerciali la prospettiva Nevsky sia seconda solo a Moskovsky Prospekt, il quale però è lungo più del doppio.

Prima del 2008 era quasi impossibile trovare locali sfitti su questa strada e anche in quei rari casi in cui si liberava uno spazio era realistico trovare un sostituto in pochi giorni. Al sopraggiungere della crisi del 2009 invece le mutate condizioni economiche e la contrazione dei consumi si tradussero nella chiusura di diverse attività ed il tasso di locali sfitti lungo tutta la prospettiva Nevsky raggiunse il 10-15%. Già nel 2010 la situazione tuttavia tornò a normalizzarsi, prima con l'insediamento di marchi orientati al mass-market, e poi - via via che il contesto macroeconomico nel paese andava riprendendosi - con negozi che puntavano invece su una clientela sempre più abbiente ed esigente.

Tra il 2010-2013 la domanda di fori commerciali su Nevsky si fece nuovamente molto alta, a fronte di un'offerta minima: la disponibilità di locali sfitti per anni fu prossima allo zero, mentre entro breve tempo dall'avvento della crisi del 2014 la quantità di spazi vuoti raggiunse il picco ed i cartelli "affittasi" ripresero a fare capolino sulle vetrine di molti negozi della via.

Una nuova inversione di tendenza si è avuta dalla seconda metà del 2015: dopo una fase di "assestamento" alla nuova realtà del mercato e di adattamento alle mutate esigenze dei consumatori, operatori di quasi tutti i settori (compresi ristorazione, fashion e distribuzione) hanno rimesso gli occhi su quello che indiscutibilmente è il corridoio commerciale per eccellenza di San Pietroburgo. Ancora oggi per molti marchi internazionali è imprescindibile avere il proprio flagship store su Nevsky, e a volte alcune catene di negozi sono disposte anche a lavorare in perdita pur di tenervi aperto il proprio punto-vendita. L'importante è il ritorno di immagine.

Per molti anni i proprietari di locali commerciali affacciati su Nevsky Prospekt si erano abituati a fissare i canoni di locazione in valuta. Tuttavia, dopo il crollo del rublo e le inusitate fluttuazioni sui mercati valutari verificatesi a partire dagli ultimi mesi del 2014, far digerire questa soluzione ai negozianti è diventato pressoché impossibile, e quindi oggi i casi di questo genere sono solo una minima parte.
Negli ultimi 18 mesi anche i canoni medi in rubli hanno registrato una flessione di circa il 15-20% rispetto al periodo pre-crisi, ma ora questa tendenza sembra volgere ad una seppur timida inversione.

Nevsky Prospekt si estende complessivamente per un totale di 4,5 km, quindi anche in termini immobiliari presenta in realtà delle quotazioni non del tutto omogenee, seppur in generale nettamente superiori a quelle di qualsiasi altra arteria di San Pietroburgo.

Il tratto che va da Admiralteysky Prospekt a Ploshad' Vosstaniya di norma si considera più prestigioso e maggiormente turistico. Qui la parte del leone la fanno le attività di ristorazione, che rappresentano circa il 30% dell'offerta complessiva; inoltre va crescendo significativamente il numero di negozi di souvenir ed articoli da regalo.

Secondo dati raccolti da analisti del settore, in questo tratto della via i prezzi più accessibili per l'affitto dei locali commerciali si incontrano nel pezzo ricompreso tra l'Ammiragliato ed il lungofiume Moyka, dove i valori oscillano tra i 5.000 - 8.000 RUB/mq/mese. Tra la Moyka e l'incrocio con la via Mikhaylovskaya e dal lungofiume Fontanka a Ploshad' Vosstaniya invece non di rado i canoni rasentano i 10.000 - 12.000 RUB/mq/mese, con picchi anche di 15.000 RUB/mq/mese. Tirando le somme, la media generale delle quotazioni tra l'Ammiragliato e Ploshad' Vosstaniya si assesta tra 7 - 12 mila rubli al metro quadro al mese, IVA inclusa.

Il secondo tratto invece è il cosiddetto Staronevsky ("vecchio" Nevsky), che va da Ploshad' Vosstaniya al monastero di Aleksandr Nevsky. In quei paraggi predominano negozi di abbigliamento e calzature, pur con una buona presenza di caffetterie e fast-food. Le quotazioni medie risultano molto più accessibili, anche a fronte di flussi pedonali molto meno intensi, e sono di norma ricomprese tra 2.500 - 5.000 RUB/mq/mese.

Nevsky continua a far gola anche a molti investitori interessati all'acquisto di immobili commerciali (soprattutto se già a reddito). Dall'inizio del nuovo millennio diversi fondi stranieri, tra cui anche americani, hanno fatto incetta di spazi commerciali al piano terra lungo tutta la via ed anche in altri quartieri del centro di San Pietroburgo: all'epoca era possibile acquistarli a prezzi molto convenienti, direttamente dal dipartimento che gestiva la dismissione e privatizzazione dei beni immobili di proprietà del Comune. Oggi chi acquista questo genere di proprietà nell'ottica dell'investimento locativo di solito può puntare ad una rendita lorda pari al 10-12% all'anno.

 

Alessandro Alessio
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Comprar casa in Russia: cresce l'interesse tra gli italiani - 14/05/2016


Prezzi ai minimi storici e tassi di cambio ancora molto convenienti... ma bisogna saper evitare le insidie!


Acquistare un immobile all'estero è sempre un processo molto delicato e talvolta può presentare delle insidie. Il fai-da-te in questi casi può rivelarsi estremamente rischioso, per questo nel processo di acquisizione è sempre bene farsi assistere da un agente immobiliare di fiducia e dal supporto di un legale di parte in modo da tutelare in massimo grado i propri interessi.

Negli ultimi mesi, grazie all'inusitata convenienza del tasso di cambio dell'Euro nei confronti del rublo ma anche e soprattutto ai prezzi in calo quasi su tutti i segmenti, sempre più italiani sembrano voler considerare l'idea di comprare un immobile in Russia.

Anche chi non ha progetti di vita o di lavoro nel paese, di solito parte con l'intento di acquistare un appartamento da mettere a reddito, nonostante questa tipologia risulti in realtà di norma proporzionalmente meno remunerativa degli immobili commerciali (uffici o negozi) nell'ottica della rendita locativa annua. Come sappiamo, tradizionalmente gli italiani considerano l'investimento "nel mattone" come uno degli strumenti più affidabili per preservare (o incrementare) nel tempo il valore del capitale investito, e di norma vedono proprio nella casa il "bene-rifugio" per antonomasia.

Partiamo allora con alcuni aspetti preliminari che permettano di approcciare la questione con nozione di causa.

Sussistono limitazioni all'acquisto di immobili da parte di cittadini italiani in Russia?

Non sono previste limitazioni per i cittadini stranieri che vogliano acquistare immobili in Russia come persone fisiche, a patto che tra il paese d'origine dell'investitore e la Federazione Russa sussista un accordo di reciprocità che riconosca i medesimi diritti anche ai cittadini russi che vogliano investire nel paese di quest'ultimo. Fortunatamente tra l'Italia e la Russia vige questo tipo di accordo, il che permette agli italiani di intestarsi la proprietà di beni immobili siti sul territorio russo anche come persone fisiche.

Limitazioni esistono solo per determinate tipologie di terreni: ad esempio il paragrafo 3 dell'articolo 15 del Codice Fondiario della Federazione Russa dispone che cittadini stranieri, apolidi ed entità giuridiche straniere non possono essere proprietari di terreni siti in territori di confine del paese, il cui elenco è stato ratificato dal presidente della Federazione Russa in conformità con la legge federale sulle terre di confine, così come pure in territori a statuto speciale (zone militari o di interesse scientifico, aerospaziale e simili). 

Inoltre, conformemente alla legge federale del 24.07.2002 n.101-F3 "Sulla disposizione dei terreni a destinazione agricola", persone fisiche o giuridiche straniere, apolidi e anche società in cui più del 50% delle quote o del capitale sociale risulti intestato a entità straniere, possono prendere terreni a destinazione agricola in affitto, ma non possono acquisirne la proprietà. 

Ruolo del notaio nelle compravendite immobiliari: differenze tra Italia e Russia

Una delle fondamentali differenze tra l'ordinamento russo e quello italiano per quanto concerne le transazioni immobiliari è il ruolo del notaio: in Italia difatti siamo abituati a vedere nella figura del notaio non solo un garante della sicurezza e legalità delle compravendite, ma anche colui che di fatto si fa carico della trascrizione degli atti nei relativi registri.

In Russia ad oggi invece la legge non attribuisce al notaio un ruolo obbligatorio - anche perché di fatto la sua funzione solo in mesi recenti ha acquisito nuove competenze, laddove prima principalmente non faceva altro che asseverare il contratto di compravendita e verificare l'identità delle parti contraenti. Tanto più che lo stesso contratto entra in vigore solo dal momento della sua registrazione presso gli organi competenti (di cui in teoria si può occupare anche una delle parti senza far ricorso al notaio stesso), e non già all'atto dell'asseverazione notarile.

Anche per questo, sebbene giri voce che alla Duma stiano valutando un disegno di legge mirato a rendere obbligatorio l'intervento del notaio per le transazioni immobiliari anche in Russia, ad oggi in realtà la maggioranza delle compravendite viene perfezionata in forma di scrittura privata redatta dai legali di parte che provvedono poi anche ad assicurare la trascrizione nei registri immobiliari. 

In questo senso molti oggi continuano a ritenere la figura del notaio superflua e preferiscono non avvalersi dei suoi servizi ma piuttosto farsi assistere da un legale di parte sia per delle verifiche più approfondite tanto sull'immobile che sulla parte venditrice che per la redazione del contratto di compravendita.

Nonostante questo va detto che avvalersi di un notaio oggi presenta dei vantaggi: prima di tutto le tariffe notarili in Russia sono significativamente più basse rispetto a quelle cui siamo abituati in Italia per servizi analoghi, inoltre
i notai hanno la possibilità di inviare le informazioni relative alla transazione in formato telematico direttamente al Registro di Stato e la registrazione dell'atto avverrà nell'arco di una manciata di giorni, laddove se le parti si prendessero la briga di provvedere alla registrazione in prima persona ci vorrebbero almeno 2-3 settimane.

In secondo luogo contestare un contratto redatto ed autenticato da un notaio è molto più complicato. Questo perché l'operato del notaio in teoria è fondato su controlli più efficaci resi possibili anche dalla creazione di un sistema telematico unificato dal quale il funzionario incaricato potrà accedere in tempo reale ad esempio al Registro unico di stato delle persone giuridiche così come al Registro unico delle transazioni immobiliari e ad altre banche dati di enti statali. Ciò permetterà di verificare rapidamente la validità di deleghe, contratti di matrimonio e altri documenti relativi alle parti contraenti, ma anche per lo status giuridico dell'immobile compravenduto, tra cui la presenza di ipoteche o gravami di sorta che ne possano limitare il possesso. Per maggiori informazioni sul tema si consiglia di leggere questo articolo.

Cerchiamo ora di avventurarci un po’ più a fondo in alcuni aspetti relativi alla procedura d'acquisto di un immobile residenziale in Russia cui sarebbe bene rivolgere la massima attenzione per non incorrere in situazioni potenzialmente rischiose.

Che tipo di verifiche sono opportune prima di acquistare un immobile residenziale in Russia?

Da questo punto di vista la situazione in Russia presenta obiettivamente non poche complessità, legate in parte anche al fatto che il mercato immobiliare (nell'accezione moderna del termine) nel paese a tutti gli effetti è nato solo all'inizio degli anni Novanta del XX secolo e probabilmente ancora oggi non ha raggiunto una sua piena maturità normativa. Continuano a sussistere infatti istituti risalenti al sistema antecedente la privatizzazione che si mescolano a norme introdotte più di recente in una contorta giungla legislativa in cui per i non-addetti ai lavori non è facile districarsi.

Per evitare brutte sorprese o omissioni nell'analisi documentale molti non a caso si avvalgono del supporto di un legale, anche perché - anche laddove si decida di legalizzare l'atto di compravendita presso un notaio - alcune delle verifiche in oggetto non vengono effettuate in quanto non riguardano di per sé la "vendibilità" dell'immobile. Molti dei controlli indicati qui di seguito non sono difatti "obbligatori" per legge, ma sarebbe auspicabile provvedervi da parte dell'acquirente per cercare di limitare al minimo determinati rischi o la probabilità che insorgano situazioni inattese nell'immediato futuro o in una prospettiva di medio termine.

In breve riassumiamo qui di seguito alcuni punti principali, che cercheremo di esaminare più nel dettaglio in articoli dedicati successivi:

Verifiche sulla storia dell’immobile dovrebbero riguardare:
- analisi dei documenti sulla base dei quali l'attuale venditore ha acquisito il titolo di proprietà (contratto di compravendita, donazione, eredità, privatizzazione, ecc.);
- corrispondenza dei dati riportati nell'estratto del Registro degli immobili e delle transazioni immobiliari con quanto risultante dal certificato di proprietà presentato dal venditore;
-  presenza di ipoteche o gravami di altra natura;
- presenza di persone (a parte il venditore) che risultano residenti stabilmente (o registrati temporaneamente) nell'immobile e che dovranno liberarlo fisicamente e giuridicamente entro il passaggio di proprietà;
- se il titolo di proprietà deriva da privatizzazione (ovvero l'immobile risultava in precedenza di proprietà del comune o dello stato ed è stato poi riscattato dal proprietario attuale), accertamento che non vi siano persone (familiari del proprietario o meno) che a suo tempo non abbiano aderito alla privatizzazione: per legge difatti queste persone conservano il diritto di usufrutto dell'immobile anche in caso di alienazione dello stesso e devono quindi essere auspicabilmente coinvolte nel processo per evitare che la transazione venga ritenuta nulla;
- altri aspetti da approfondire caso per caso.

Verifiche sul/i venditore/i (la sua identità e la sua reale facoltà di disporre dell'immobile senza limitazioni di sorta):
- controllo dell'identità del venditore;
- verifica della sua capacità di intendere e di volere (il metodo più semplice è richiedere alla controparte la presentazione di una patente in corso di validità o porto d'armi, se detenuto, altrimenti un certificato rilasciato dal centro circoscrizionale d'igiene mentale che attesti che il venditore non è in cura per simili disturbi);
- presenza di comproprietari (coniugi, familiari o minori) e specificità dei singoli casi per capire se il sedicente venditore ha diritto di disporre liberamente (e alienare) l'immobile o se vi sono terzi che devono essere parimenti coinvolti nella transazione;
- ottenimento dell'avallo della transazione da parte degli organi di curatela preposti nel caso in cui tra i comproprietari dell'immobile compravenduto figurino anche dei minori;
- nel caso in cui il venditore agisca per procura, esame accurato dei termini della procura e indagine sui motivi per cui il proprietario non può intervenire in prima persona (per limitare il rischio di truffe);
- altri aspetti individuali.

Verifiche su eventuali debiti gravanti sull'immobile:
- presenza di ipoteche non estinte;
- presenza di debiti per arretrati di pagamento delle spese condominiali, delle utenze o delle bollette del telefono che potrebbero ricadere sull'acquirente in caso di mancata estinzione da parte del venditore entro la data del passaggio di proprietà.

Verifiche sull'integrità fisica dell'immobile:
- presenza di modifiche planimetriche interne non accatastate ed eventuali rischi correlati per l'acquirente;
- stato di vetustà del condominio e rischio che lo stesso possa venir riconosciuto inagibile ed evacuato;
- iscrizione dell’immobile nelle liste di demolizione;
- altre considerazioni su base individuale.

Come detto, molte delle verifiche sopracitate sono nell'interesse esclusivo dell'acquirente per accertarsi della situazione nel suo complesso ed evitare brutte sorprese in seguito che possono tradursi in costi aggiuntivi inaspettati, limitazioni nel disporre dell'immobile compravenduto o addirittura nell'annullamento della transazione (con probabile impossibilità di rientrare in possesso della somma versata).

 

Alessandro Alessio
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Guida immobiliare ai quartieri di San Pietroburgo - il distretto centrale (Tsentral'ny) - 26/03/2016

Il quartiere "Tsentral'ny", situato sulla riva sinistra della Neva, rappresenta il nucleo storico della città, essendo composto quasi interamente da edifici risalenti al periodo antecedente alla rivoluzione. Qui sono concentrati un gran numero di musei, teatri e anche uffici amministrativi, oltre ai principali luoghi di interesse turistico del centro cittadino.

Molti edifici presenti sul territorio del distretto centrale sono riconducibili al cosiddetto "stary zhiloy fond", ovvero a quei condomini residenziali ormai vetusti che non sono mai stati ristrutturati integralmente dal momento della loro costruzione. In anni recenti alcuni di questi condomini sono stati ricostruiti e convertiti in nuovi complessi residenziali di lusso, e non sono mancati in zona anche progetti di edificazione di nuovi centri direzionali o multifunzionali (a destinazione commerciale).

Se nella seconda metà del XIX secolo questa parte della città si impreziosì di numerosi palazzetti che spesso erano dimora di famiglie aristocratiche locali o di imprenditori e diplomatici stranieri, dopo il 1917 anche nel quartiere centrale molti di questi immobili vennero requisiti dai bolscevichi per venir riadibiti ad appartamenti collettivi (le cosiddette kommunal'ki). Nel corso  della Seconda Guerra Mondiale i bombardamenti tedeschi danneggiarono diversi isolati, ma negli anni Cinquanta vennero intraprese diverse opere di risanamento e ricostruzione che implicavano non di rado anche la sostituzione dei vecchi solai in legno con nuovi misti (rafforzati in metallo) o in cemento armato. In quel periodo nelle case venne portato il gas ed il riscaldamento ad acqua andò a sostituire le stufe.

Tuttavia, nonostante la significativa mole di interventi, l'identità architettonica e storica del quartiere non vennero, fortunatamente, snaturate anche grazie al fatto che buona parte del partimonio edilizio è vincolato in quanto riconosciuto monumento di interesse culturale. Non stupisce dunque che il quartiere - fin dalla nascita del mercato immobiliare nel paese - sia stato identificato come uno di quelli di maggior potenziale dal punto di vista speculativo.

Già nella prima metà degli anni Novanta, a pochi mesi dalla Perestroyka, molti investitori stranieri "misero gli occhi" su San Pietroburgo, intuendo subito che la città deteneva un potenziale di crescita dei valori immobiliari eccezionale.

La tipologia più ambita era quella degli appartamenti di circa 100 mq - nella maggior parte dei casi si trattava di ex-kommunalki - in posizione fronte fiume. Gli acquirenti di norma non compravano per risiedere personalmente nell'immobile, ma semmai per darlo in affitto per periodi brevi a turisti e ospiti della città. Di particolare pregio già allora si considerava soprattutto la zona ricompresa all'interno del cosiddetto "triangolo d'oro" (tra la Neva, la Fontanka, Admiralteysky prospekt e la via Gorozhovaya).

Già all'epoca in proporzione i prezzi d'acquisto erano molto più bassi di quelli di Mosca, mentre l'affitto giornaliero o per soggiorni di breve durata di appartamenti "in stile occidentale" in posizione centrale era abbastanza costoso, quindi la rendita locativa poteva raggiungere livelli particolarmente interessanti.

Il periodo di maggiore attività da parte di investitori d'oltre confine in città coincise con il triennio 1993-1995.

Questo trend si interruppe bruscamente nel 1998, non solo a causa del noto default economico nel paese, ma anche perché l'instabilità politica e la crisi cecena vennero legittimamente percepite come elementi di rischio ed incertezza. Fu così che nel 1998 molti investitori stranieri "della prima ora" decisero di vendere le loro proprietà temendo un crollo non solo dei valori immobiliari ma della situazione in Russia in generale. 

Per alcuni anni la quota di stranieri tra gli acquirenti di immobili in città venne fortemente ridimensionata, ma all'inizio degli anni Duemila, in particolare tra il 2000-2002 la situazione sembrò nuovamente cambiare radicalmente. Difatti a seguito dell'elezione di Putin - che, come è ben noto, è natìo proprio della "città di Pietro" - molti investitori presagirono che nell'immediato futuro questo centro sarebbe probabilmente stato fortemente riqualificato.

Proprio tra la fine degli anni Novanta e l'inizio del nuovo millennio la Banca Mondiale per la Ricostruzione e lo Sviluppo stanziò fondi per diverse centinaia di milioni di dollari per un prestito alla Russia che le autorità federali impiegarono per il restauro del patrimonio storico-culturale e per l'ammodernamento delle infrastrutture cittadine, che in buona parte riguardarono proprio il distretto centrale. Come spesso capita, a seguito di questi interventi i valori immobiliari nelle zone interessate schizzarono verso l'alto, ad esempio a seguito della pedonalizzazione di alcuni tratti precedentemente accessibili alle auto.

In quegli anni gli stranieri, tra cui alcuni fondi d'investimento americani e molti investitori privati dall'Italia e da altri paesi europei, tornarono ad investire in modo significativo sulle rive della Neva. Molti acquistavano ampie superfici o interi piani da riconvertire in mini-hotel ed alberghetti economici che permettevano delle buone rendite, a fronte di costi di manutenzione non eccessivamente esosi.

Addirittura il New York Times in quel periodo dedicò alla città un articolo dove si sottolineava che "per soli 50.000 USD era possibile comprarsi un pezzo di storia della capitale degli Zar" e a quanto pare non pochi ritennero opportuno seguire il consiglio, sebbene in realtà a quel prezzo risultasse già allora improbabile riuscire a trovare qualche soluzione con vista fiume nel cosiddetto "Triangolo d'oro" ricompreso tra Nevsky Prospekt, la Neva e la Fontanka. Non è tuttavia un'esagerazione dire che all'epoca appartamenti in vendita a 700-1000 USD/mq in centro non erano una rarità, sebbene nelle zone più ambite bisognava rassegnarsi a spendere non meno di 2500 USD/mq.

Un altro elemento che contribuì ad un ulteriore picco di popolarità della città come destinazione sia turistica che per gli investimenti immobiliari furono nel 2003 le celebrazioni legate ai 300 anni dalla fondazione. In vista di questo importante anniversario molti palazzi storici del centro vennero restaurati e la città scoprì che accanto ad un'innata anima ricettiva e residenziale cominciava a maturarne anche una "commerciale". Fu in quel periodo  difatti che si registrò un forte sviluppo del segmento retail dettato dal crescente interesse di operatori e catene di negozi internazionali che trainò un incremento dei valori dei locali commerciali fronte strada.

Dal punto di vista dei servizi e dei trasporti, il quartiere tra le altre cose è attraversato da 5 linee della metropolitana per un totale di 11 stazioni: Chernyshevskaya, Ploshad' Vosstaniya, Vladimirskaya, Nevsky Prospekt, Mayakovskaya, Gostiny Dvor, Ploshad' Alexandra Nevskogo-1 e 2, Dostoevskaya, Ligovsky Prospekt ed Admiralteyskaya. Dal punto di vista della viabilità è piuttosto congestionato, con frequenti ingorghi nelle ore di punta ed una cronica carenza di parcheggi.

Quotazioni medie attuali nel distretto centrale

Nell'ottica immobiliare, ovviamente sia sul segmento residenziale che degli uffici, a parità di categoria, le quotazioni medie di zona sono tendenzialmente superiori a quelle degli altri distretti cittadini.
Stando ai rilevamenti del Bollettino Immobiliare di San Pietroburgo, le quotazioni medie al metro quadro per appartamenti "usati" in vendita oscillano ad oggi tra 120.000 - 140.000 RUB/mq. In media per l'acquisto di un monolocale in condominio non nuovo e non di lusso i prezzi si assestano intorno a 6.000.000 RUB, per un bilocale intorno ai 9.000.000 RUB, per un trilocale circa 11.000.000 RUB. Ovviamente le statistiche di cui sopra sono meramente indicative: se si intende acquistare un appartamento di classe "business" o "premium" in un complesso di nuova costruzione o recente ristruttrazione bisognerà rassegnarsi ad esborsi che in certi casi potrebbero rasentare anche i 10.000-12.000 EUR/mq.

 

 

Alessandro Alessio
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